di Donata Bergamini
Era il 18 settembre 1962 quando sei arrivato nella nostra casa, avevo solo 15 mesi e la mia vita cambio’. Non ero più sola, avevo un fratellino con cui giocare, crescendo avevo un amico con cui parlare. Insieme abbiamo combinato tante piccole marachelle, ci siamo divertiti, rispettati e amati oltre la vita. Troppo poco é Stato il tempo per stare insieme, solo 27 anni, ma quel poco tempo è Stato così intenso che neppure la morte è riuscita a cancellare questo nostro amore amico/fraterno.
Più passa il tempo più mi manchi. Più passa il tempo più mi chiedo come hai fatto a conservare il tuo corpo in quel modo per 28 anni spiazzando tutti. Più passa il tempo più mi chiedo come hai fatto a sopportare tutto quello che ti hanno fatto quel maledetto 18 novembre 1989 quando eri ancora vivo e dopo da morto. Si dice che le cose belle rimangono e questo è vero, i bellissimi momenti trascorsi insieme sono ricordi vivi e indelebili.
L’odore del fango che ci hanno buttato addosso ti posso assicurare che se ne andrà solo quando tutti i responsabili avranno pagato in base alle proprie responsabilità. Una cosa Denis però la devo dire, da quando dopo 28 anni è stata data la possibilità al tuo corpo di parlare, il dolore delle ferite si è attenuato perché con la prima verità sono scomparse le aderenze. Grande De’ hai vinto battendo il rigore con la Glicoforina. Il 18 settembre è e sarà per sempre per me una data speciale. Buon Compleanno Grande Lupo. P.S. nell’attesa di Mamma Giustizia gli indagati sono 3: * la tua ex Isabella interno’ * il camionista raffaele pisano *il poliziotto luciano conte marito della interno’. Nel nostro caso mi stavo chiedendo: è giusto chiamarla quando arriverà Mamma Giustizia o Nonna Giustizia? Auguri,Auguri, Auguri aspettaci che arriviamo.
Ciao Denis
Più in generale, la perizia collegiale a firma degli esperti incaricati dal GIP del Tribunale di Castrovillari (documento disponibile in rete) chiarisce l’aspetto più importante della vicenda, vale a dire la circostanza per cui il Bergamini non fu “investito” mancando del tutto le fasi dell’urto, abbattimento e proiezione al suolo; basta questo per sconfessare la versione della I.I che descrive un Bergamini che si butta sotto il camion; questo dato, per la verità, era già chiaro all’esito dell’esame autoptico condotto dal Prof. Avato nel 1990, dato ignorato a suo tempo dagli inquirenti (in buona fede?); il resto è “grasso che cola”; detto questo, la perizia, nel rispondere ai quesiti posti dal Magistrato, appare sconclusionata; afferma il principio in base al quale il corpo, all’atto del sormontamento, era già deceduto in ragione del test negativo alla glicoforina, ma poi dice che l’exitus del Bergamini è da ricondurre, con elevato grado di probabilità, alla rottura dell’arteria iliaca; si tratta di una contraddizione evidente; ma non era già morto quando il camion lo ha sormontato? Fa inoltre coesistere due realtà inconciliabili laddove continua dicendo “in soggetto in limine vitae o in soggetto già morto per asfissia meccanica”; quindi quale è la causa della morte? La rottura dell’arteria iliaca o l’asfissia meccanica (soffocamento)? Aspetti questi solo in minima parte chiariti in occasione dell’Udienza del 29.11.2017 (v. verbale disponibile in rete).
Detto questo, è mai stata data una spiegazione al fatto che, dalle foto, si nota distintamente come l’asfalto sotto al camion fosse completamente asciutto, rispetto al resto della sede stradale, posto che pioveva?
In bocca al lupo !