Settimane cruciali per l’inchiesta Bergamini, il calciatore del Cosenza morto in circostanze misteriose il 18 novembre 1989. La Procura di Castrovillari sta definendo le richieste nei confronti dei due indagati: Isabella Internò (ex del centrocampista) e Raffaele Pisano. La donna, deve rispondere di concorso in omicidio volontario, nei giorni scorsi si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere alle domande del pm: il primo interrogatorio era saltato per motivi di salute (troppo stress), mentre il secondo si sarebbe svolto in gran segreto proprio per evitare nuove pressioni mediatiche. La vicenda per tutto questo tempo si è mossa sulle dichiarazioni dei due testimoni alla tragedia. Mai cambiata la versione dell’ex fidanzata: Bergamini si sarebbe gettato sotto le ruote del camion, condotto da Pisano, nei pressi di Roseto Capo Spulico. Un suicidio, dunque. Tesi avvalorata dal processo svolto negli anni Novanta, quando proprio Pisano fu assolto dall’accusa di omicidio colposo nonostante le tante domande senza risposta. La versione del suicidio, però, è sempre stata respinta dalla famiglia del calciatore. Battaglia che ha trovato linfa nel 2011 quando, dopo la consegna di un memoriale da parte dall’avvocato Eugenio Gallerani, il procuratore Giacomantonio ha riaperto il caso, ipotizzando un assassinio e affidando il fascicolo al pm Maria Grazia Anastasia. Da allora la nuova tesi accusatoria è stata rinforzata da alcune perizie (la più importante spiega come Bergamini fosse già cadavere quando il camion gli passò sopra) e indagini accurate. Il puzzle sembra essere quasi completato e non è da escludere che gli inquirenti abbiano allargato il campo dei sospettati (il concorso in omicidio «chiama» altre persone). La prossima scadenza dei termini farà il resto: presto le carte saranno rovesciate sul tavolo.
Francesco Ceniti