Prosegue, da parte della Procura di Castrovillari, l’inchiesta sulla morte di Donato – detto Denis – Bergamini. E la sensazione è che, oggi, si possa esser finalmente di fronte ad un significativo punto di svolta. Quasi 25 anni dopo.
La morte del calciatore 27enne del Cosenza Calcio scomparso – in circostanze tuttora misteriose ed al vaglio degli inquirenti – il 18 novembre del 1989 è ancora oggi uno dei casi di cronaca nera e sportiva più ambigui della storia recente, e non a caso gli occhi del mondo del calcio sono ad essa rivolti sin da allora. Dalla notte in cui il cadavere del ragazzo venne prelevato sulla strada statale 106 Jonica, nel pressi del Comune di Roseto Capo Spulico, a qualche decina di chilometri dal centro cittadino bruzio.
Gli unici due testimoni oculari dei fatti (l’ex ragazza del mediano, Isabella Internò ed il camionista Raffaele Pisano che lo travolse con il suo automezzo) sostengono tuttora convintamente la versione secondo la quale sarebbe stato proprio il ragazzo, di sua volontà, a gettarsi “a pesce” sotto le ruote del tir, cercando il suicidio.
E così anche la giustizia ha creduto, per lunghissimi anni: nel 2012, poi, dopo l’alacre lavoro dell’avvocato Eugenio Gallerani, legale della famiglia Bergamini – mai rassegnàtasi ad accettare la suddetta versione – la Procura ha riaperto il caso.
Da allora molte cose sono cambiate. L’ex fidanzata Isabella Internò è stata indagata lo scorso maggio per concorso in omicidio volontario, ed anche l’autotrasportatore Raffaele Pisano è rientrato nell’inchiesta per falsa informazione al pubblico ministero e favoreggiamento di ignoti. Un omicidio, dunque, fatto passare per suicidio: almeno questa è l’ipotesi a cui si lavorerebbe, nelle stanze della giustizia.
Lavoro che si è intensificato a maggior ragione nelle ultimi mesi: lo scorso novembre, nella caserma della Compagnia carabinieri di Castrovillari, si sono svolti l’interrogatorio del Pisano (avvàlsosi della facoltà di non rispondere) e della stessa Internò, che non si presentò al cospetto del procuratore capo Giacomantonio e del sostituto Anastasia per motivi di salute. La scorsa settimana, invece, da quanto trapela dalla Calabria, sarebbe avvenuta la ‘seconda chiamata’ per la donna. Un interrogatorio strategicamente nascosto ai media, dal quale però, ancora una volta, sarebbe emerso pochissimo: la Internò, proprio come l’autotrasportatore, si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere.
Una ‘mossa’ che però non spiazza gli inquirenti. L’ex compagna del Bergamini sin dal lontano 1989 ribadisce la tesi del suicidio: dinamica che però cozza con le successive perizie medico-legali, che contraddicono il suicidio e piuttosto lasciano intendere che il ragazzo fosse già morto, prima d’esser sormontato dal pesante automezzo.
A fine mese, intanto, è posta la prossima scadenza dei termini. La proroga delle indagini volge difatti a chiusura, ed è lecito aspettarcisi, entro aprile, la vera e propria svolta. Non sono da escludere in tal senso, nè rinvii a giudizio né il coinvolgimento nell’inchiesta – considerato che l’accusa alla donna è di “concorso in omicidio” – di nuovi personaggi, sinora tenuti misteriosi.
Il mondo del calcio tutto e, nella fattispecie, Cosenza ed il Cosenza Calcio, attendono frementi l’evoluzione della vicenda giudiziaria. Le prossime novità, peraltro, potrebbero giungere ai tifosi più o meno coincidentemente rispetto al traguardo più importante per la squadra che fu anche di Bergamini per 5, lunghi, anni. Il club rossoblù, attualmente militante in Lega Pro 2, ha da poco festeggiato il suo centenario di storia, e da terzo in graduatoria (e con ben 12 punti di vantaggio sulla nona) aspetta di coniugare l’epocale compleanno alla promozione matematica nella Lega Pro unica della prossima stagione. La terza gioia di fila, per i calabresi, potrebbe risiedere appunto nella risoluzione d’un mistero tinto di tragedia: quello del caro Denis. Una verità attesa per addirittura un quarto della propria, secolare, esistenza sportiva.
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