Donato Bergamini era nato a Boccaleone (Fe) nel 1962. Ha iniziato la sua carriera nell’82-83 con l’Imola, Interregionale. Nell’85, lo prende il Cosenza, una squadra a cui la C va stretta. Donato è un leader e i suoi compagni di squadra non tardano a riconoscerglielo. Dopo tre stagioni i calabresi conquistano la B e Bergamini è sempre uno dei migliori. Il ragazzo di Boccaleone era pronto. Ma qualcosa non ha funzionato, la sua vita ha preso un binario sbagliato e lo schianto è stato così forte che di quella morte si parla ancora oggi. Perché Denis è morto ammazzato il 18 novembre 1989. Secondo la ricostruzione ufficiale, quel giorno Donato Bergamini veniva travolto e ucciso da un autotreno alla periferia di Roseto Capo Spulico. Incidente? No, suicidio. Sulla sua vicenda, sulla sua morte, sui muri di gomma che sono stati costruiti intorno alla verità Carlo Petrini, già autore di «Nel fango del dio pallone» ha scritto un libro. Petrini perché solo oggi si sente il bisogno di parlare nuovamente di questa storia, di Donato Bergamini? «Perché fino ad ora a nessuno è importato niente di lui e del dolore di un padre».
