di Edoardo Cozza
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Ventisei anni dopo la morte, ancora avvolta nel mistero, di Donato “Denis” Bergamini la città diCosenza intitola una piazza allo sfortunato calciatore.
Una piazza che si trova proprio davanti quello stadio, ilSan Vito – Gigi Marulla, che tante volte ha visto protagonista Bergamini con la maglia del suo Cosenza: quasi guarda da posizione privilegiata quel campo, proprio a protezione della Curva Sud, che già da anni porta il suo nome.
Alla presenza del sindaco Mario Occhiuto, del presidente del Cosenza Eugenio Guarascio e dei rappresentanti dell’associazione “Verità per Denis”, la sorella del calciatore Donata, ha svelato la targa commemorativa: da oggi la piazza sarà per sempre di e per Denis Bergamini.
In alto: uno striscione dei tifosi del Cosenza e la targa d’intestazione della strada;
in basso, da sinistra: Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza; Donata Bergamini; Eugenio Guarascio, presidente Cosenza Calcio; Nunzio Garofalo, vicepresidente associazione “Verità per Denis”
(foto per gentile concessione di Nunzio Garofalo – Segui @Nunzio_Garofalo)
Donata, da sempre in prima linea con la famiglia alla ricerca di una verità da troppo tempo nascosta, ha ricordato che da nove mesi si attende la pronuncia del Gip sulla riapertura del processo: “Le carte sono tante – ha dichiarato – e capisco che ci voglia tempo per studiarle, ma l’attesa sta diventando un’agonia. E poi per cosa? La verità la si sa da sempre e le perizie ed i rilievi dei Ris parlano chiaro: Denis era già morto quando fu sormontato dal camion”.
Le parole amare di Donata Bergamini risuonano nella piazza, dove un centinaio di tifosi non ha mancato di ricordare ancora una volta il loro Denis: “I tifosi del Cosenza – ha spiegato – hanno sempre portato Denis con loro, fin dal 1989. Non solo in casa, ma anche in trasferta il nome di mio fratello veniva ricordato sempre e questo ha permesso a tanti di conoscere la sua storia”. Ma il legame di Bergamini non era solo con la squadra, ma con l’intera città: “Questa piazza – ha affermato Donata –mi piace perché coniuga la vita sportiva a quella di tutti i giorni. Denis non amava solo il Cosenza, ma tutta la città: sembrava che vi fosse nato“.
A sinistra, Denis Bergamini in azione; a destra, dall’alto: circondato dall’affetto dei tifosi; il murales che lo ricorda nella Curva Sud dello stadio di Cosenza (foto da www.denisbergamini.com)
C’è spazio anche per ringraziare chi affianca lei e la famiglia nella lunga battaglia alla ricerca della verità: “Devo dire grazie a chi c’era nel 1989, ai funerali, e da allora, anche senza esporsi in prima persona, magari per paura, ha dato credito alla nostra tesi e ci è stato vicino. Ma ringrazio anche i tanti giovani che vedo qui: questa storia è stata tramandata dai genitori che allora non parlavano e non si esponevano, ma se oggi Denis è ancora così vivo nel ricordo di tutti, lo dobbiamo anche a loro”.
Il calciatore suicidato ha una sua piazza, nella città che amava e che lo ha amato. Adesso, però, serve anche la verità. Quella, ancora, è sepolta da strati troppo oscuri.