Il corpo di Bergamini inizia a “parlare”: Denis aveva il femore rotto. Anselmo: “Era supino”
IERI LA RIESUMAZIONE DEL CORPO DELL’EX CENTROCAMPISTA DEL COSENZA CALCIO. UN MISTERO LUNGO 30 ANNI INIZIA A SCIOGLIERE LE SUE TRAME
“La parte del corpo maggiormente interessata dal trauma sarebbe quella sinistra e non quella destra come invece si era sempre pensato e sulla sinistra del corpo ci sarebbe anche un taglio longitudinale sospetto della testa del femore che a detta dei consulenti e dei periti apparirebbe anomalo e innaturale”. Scrive così, oggi, il Resto del carlino, nel rendicontare in merito alle primissime rivelazioni che sarebbero venute fuori dalla riesumazione del cadavere di Denis Bergamini di cui vi parlavamo qualche giorno fa. Il corpo del calciatore del Cosenza presumibilmente ucciso in circostanze misteriose il 18 novembre 1989 sulla Statale 106 Jonica a Roseto Capo Spulico (Cosenza) è stato riesumato ieri, dopo che la sua bara è stata prelevata dal cimitero di Boccaleone, presso Argenta, la sua città natale, e trasferita a Cona. I risultati ufficiali dell’autopsia verranno comunicati ai Tribunale di Castrovillari (che ha riaperto le indagini già da tempo), e resi noti, entro 4 mesi. Restano un’infinità, soprattutto a distanza di così tanto tempo, le domande a cui gli esiti di cui sopra dovranno provare a rispondere, per aiutare la procura che ha indagato per “omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai motivi abietti e futili e dalle sevizie” l’ex fidanzata del ragazzo, Isabella Internò, e il camionista che operò il supposto “sormontamento” di cui parlano le carte dell’epoca, Raffaele Pisano. Stasera, su Rai 3, ‘Chi l’ha visto’ si occuperà, come già fatto in passato, di rendicontare sull’evoluzione del caso.
Il legale della famiglia, Fabio Anselmo, continua a ribadire che “E’ chiaro che si parla di un sormontamento parziale, non di un investimento. La lesività, cioè lo squarcio, si apre sulla pancia e la schiena è integra. E’ evidente che Bergamini fosse coricato, supino, e non prono, il contrario di quello che mostrano le fotografie dell’epoca”. Lo stesso avvocato, attraverso i social network, ha diffuso una nota commovente, riferita al suo prodigarsi tanto per la causa della famiglia dell’ex calciatore del roboante Cosenza degli anni ’80, quanto per quella della famiglia Cucchi (oltre a tante altre):
“Il 10 luglio è passato. Giornata pesante ma indimenticabile. Mi sento stanco ma ricco. Ricco di emozioni, di sentimenti, di umanità forte e sana, quella vera. Quella che ti riempie il cuore e che può dare un senso alla tua vita. Perché? Perché ho avuto la fortuna di conoscere due donne. Due grandi donne. Due vere donne i cui destini si sono uniti in quella giornata. Ilaria Cucchi ha cambiato la mia vita come uomo. Posso non essere obiettivo visto che è parte essenziale della mia vita personale ma chi può non vedere ciò che ha fatto per suo fratello Stefano? Anni ed anni di battaglie per restituire dignità alla vita di Stefano, per dare allo Stato la possibilità di riscattarsi di fronte a tutti i cittadini. Anni ed anni di soprusi subiti, di sconfitte, di infamie sempre a testa alta percorrendo la difficilissima strada per ottenere giustizia. Senza mai perdere dignità, senza mai perdere la fede nello Stato. Una donna sola contro tutti, a testa alta, per rivendicare i diritti per il rispetto della sua famiglia e per il suo fratello ucciso a botte. Una donna simbolo che ha fatto la storia. Il 10 luglio sono finalmente stati rinviati a giudizio i carabinieri coinvolti nell’arresto di Stefano Cucchi. Alcuni per omicidio preterintenzionale a causa del violentissimo pestaggio infertogli, altri per calunnia, falsa testimonianza, falso, per aver spudoratamente mentito facendo così processare altri al proprio posto.
Ilaria ce l’ha fatta. Ilaria è una grandissima donna. Donata Bergamini, in contemporanea, si è recata al cimitero di Boccaleone di Argenta dove si trova sepolto suo fratello Denis. Ma non era la solita visita d’amore per onorare le sue spoglie. Non era sola, questa volta. Ha assistito alla riesumazione di quel povero corpo. All’apertura della sua bara dopo 28 anni. Abbiamo tutti tentato di dissuaderla ma lei, ferma ed ostinata ha voluto assistere ad ogni momento dell’autopsia di suo fratello. Me la descrivono ferma ed immobile a fianco della salma di Denis. Nessun mancamento. Nessun cedimento. Occhi vivi e concentrati su suo fratello. Attenti. Per tutto il tempo. Solo, a tratti, qualche lacrima solcava le guance. Donata è sempre stata insieme a Denis. Un’ultima volta. E Denis le ha parlato. Ci ha parlato. Ilaria e Donata. Chi vi ha portato via i vostri fratelli non poteva sapere che donne siete. Ed ora tremano. Ci potete scommettere. Ora tremano davvero. Voi sapete cosa è la vita e che valore ha. Grazie”.
LA STORIA, IN BREVE – Donato detto Denis Bergamini, centrocampista emergente del Cosenza calcio, morì in circostanze misteriose lungo la statale 106 jonica il 18 novembre 1989: le indagini sono state ufficialmente riaperte dopo l’avvento del procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, che ha notificato un avviso di garanzia all’allora fidanzata, Isabella Internò, e a Raffaele Pisano, il camionista che quella sera investì col suo autotreno Denis. L’accusa è di omicidio con l’aggravante della premeditazione. L’obiettivo della riesumazione resta quella di accertare modalità, cause e mezzi della morte, mettendo in discussione ufficialmente per la prima volta in quasi trent’anni la versione ufficiale che era stata data dei fatti. All’epoca, difatti, la scomparsa del ragazzo venne, forse ingenuamente, di certo rapidamente, derubricata a suicidio. Una tesi allora sostenuta dalla compagna, ma sempre contestata dalla famiglia del giocatore. Ora il DNA di Bergamini verrà analizzato da 5 periti, scelti dal Gip, mentre altri 2 periti di parte sono stati scelti dall’avvocato Anselmo, rappresentante legale della famiglia Bergamini. Due anche i periti prescelti dal legale di Isabella Internò, nessuno da parte del Pisano. Dopo così tanto tempo, forse il momento d’una svolta reale ad uno dei casi più discussi di sempre è alle porte.