Quando si vive in un’epoca come questa, in cui tutto è tecnologicamente avanzato e l’uso della corrente elettrica non è certo un lusso, ma piuttosto una scontata consuetudine, l’idea di dover accettare il buio è sicuramente tediante. Provate voi, a muovervi in uno spazio completamente oscuro, coordinando a dovere i gesti, razionalizzando le distanze e facendo attenzione a non inciampare in alcun ostacolo. Anche perché il fatto che ci si trovi al buio, non significa certo che la stanza sia vuota: ma solo che bisogna aspettare che si accenda la luce.
L’unico modo per farlo in maniera dignitosa, ed evitando di farcisi male, è in casa propria. Dove tutto è conosciuto e collaudato, e gli spazi e gli ostacoli vanno solo ricostruiti mnemonicamente, prima di avventurarcisi attraverso. Ma non sempre il buio sopravviene quando ci si trova in luoghi conosciuti: anzi.
La fine del calciatore del Cosenza Donato – detto Denis – Bergamini, ucciso il 18 novembre di 24 anni in circostanze tuttora misteriose, ad esempio, è un vastissimo spazio sportivo mentale, legale ed emozionale ancora tutt’altro che conosciuto. Quel che si sa è che l’inchiesta su questo assurdo mistero italiano, riaperta nel 2012, pare aver trovato una sua strada di percorribilità: di suicidio, così come si disse all’epoca, ormai in pochi continuano a parlare. E la pista più credibile, visti gli ultimi due indagati – l’ex fidanzata del giovane, Isabella Internò, che verrà sentita domani dagli inquirenti, e Raffaele Pisano, l’autotrasportatore che travolse, a suo dire, il corpo di Denis gettatosi sotto le ruote del suo tir – è tornata ad essere quella dell’omicidio. Le ombre, insomma, sono ancora troppe, ed il percorso oscuro.
Ma c’è qualcosa, e qualcuno, che lavora faticosamente, da anni, affinché le nubi si diradino: la Procura di Castrovillari, che continua ad indagare; l’avvocato Gallerani, legale della famiglia Bergamini, che prosegue meticolosamente il suo impegno; Donata, sorella del calciatore da anni in lotta per la giustizia, e l’associazione ‘Verità Per Denis’, dal 2009 accanita sostenitrice della famiglia. Proprio l’associazione, ieri, in quel di Cosenza ha dato corpo ed anima ad uno dei più riusciti e toccanti eventi del suo percorso: una silente fiaccolata notturna, partita nei pressi dello Stadio San Vito, e giunta, non a caso, in Piazza Loreto, laddove 24 anni prima si tennero i funerali del 27enne calciatore. Mille e più fiammelle della speranza, memorabilia del ricordo, atte simobolicamente a donar luce allo spazio tuttora angusto e tenebroso del magma della vicenda giudiziaria: sta tutta qui la differenza tra il dover attraversare, al buio, un percorso abituale e conosciuto, ed uno indistinguibile ed ermetico. Nel fatto che, quando ci si mettono in centinaia, a cercare di far luce, ogni minuscolo chiarore si somma all’altro, ed il risultato è un corteo di piccoli cuori che ardono scintillanti in lungo e in largo.
C’erano tutti, ieri, nelle affollate tribune dello stadio cosentino, ad attendere che il miracolo delle luci si compiesse, rimirando la squadra che fu di Bergamini lottare in campo contro il Chieti (0-0, n.d.r.). Papà Domizio, l’avvocato Gallerani, Donata ed i tanti, tantissimi ragazzini delle scuole calcio locali, accolti in massa e festanti, capofila del successivo corteo. C’erano gli ultras della Curva Sud – intitolata da allora proprio a Donato – Bergamini, che hanno cadenzato l’avanzare della processione con gli stessi cori che dedicavano, un quarto di secolo fa, al campione scomparso. C’erano proprio tutti, ieri, nel toccante ricordo d’un giovane che venne strappato alla vita ed al pallone. C’erano le anime di tutti quelli che sono ancora convinti di poter camminare nel buio, ma senza permettere in alcun modo che il buio cammini dentro di loro. E quando all’arrivo, alle 18:00 circa, del corteo in Piazza Loreto – flashforward di un ventiquattrennio fa – le campane dell’omonima chiesa hanno cominciato ad accoglier rubiconde le mille e più fiammelle, la manifestazione s’è chiusa nell’emozione e bagnata nelle lacrime.
L’appuntamento più importante, insomma, è riuscito. Per gli altri servirà attendere ancora qualche ora. Domani, nel 24° anniversario della morte di Bergamini, si diceva, sarà il momento dell’interrogatorio all’unica testimone oculare, insieme al Pisano, dei fatti. Ma anche della messa on-line del blog dedicato alla storia, personale, sportiva e giudiziaria di Denis. Nel tardo pomeriggio verrà diffuso difatti www.denisbergamini.com, ultimo impegno dell’associazione ‘Verità per Denis’, e web-contenitore di ogni tipo d’aggiornamento e sviluppo, oltre che scrigno del ricordo di tante, celebri, firme dello sport e del giornalismo. Uno dei tanti modi per cercare di ridare visibilità ad una storia drammatica, ad un mistero irrisolto o, più semplicemente, come sottotitola lo stesso blog, ad un caso italiano. Opaco come la notte, nero come la pece.
Buio ed attesa, d’altra parte, hanno lo stesso colore. Da ieri, un po’ meno tetro.
Alfredo De Vuono