Due killer lo avrebbero prima prelevato dal cinema Garden di Rende, e poi ucciso a colpi di coltello nella parti basse. Così potrebbe esser ricostruita la morte dell’ex calciatore del Cosenza Calcio Donato – per tutti, Denis – Bergamini (Argenta, 18 settembre 1962 – Roseto Capo Spulico, 18 novembre 1989) secondo l’edizione odierna di ‘Tuttosport‘.
Ma andiamo per ordine, e rielaboriamo gli accaduti sulla base anche del nostro webdossier del 13 aprile scorso. Il 18 novembre del 1989, il cadavere di Bergamini viene ritrovato sulla strada statale 106 Jonica, nei pressi del piccolo Comune di Roseto Capo Spulico, ad alcune decine di chilometri dal centro della città di Cosenza.
Non era mai successo, prima d’allora, che un calciatore, nel pieno dell’attività agonistica, arrivasse a togliersi la vita: almeno questo raccontano i media, già pochi minuti dopo il decesso. Insieme a lui, sulla statale ed a bordo della sua vettura, la sua ex fidanzata, Isabella Internò, che racconta che sarebbe stato Denis a suicidarsi, dopo averle chiesto di accompagnarla prima a Taranto per lasciare il Paese, e poi aver litigato con lei in una piazzola di sosta, in prossimità del luogo del suo presunto decesso.
La Internò da allora dichiara che sia stato proprio il calciatore, nel pomeriggio del 18, ad andarla a prelevare sotto casa sua, e che da soli si siano indirizzati a bordo della Maserati di Bergamini verso Taranto. Ma molte cose non tornano.
LEGGI LO SPECIALE DI FANTAGAZZETTA.COM DEDICATO ALLA STORIA DI DENIS BERGAMINI
Il 19 novembre è in programma Cosenza-Messina allo stadio “San Vito”. Il pomeriggio prima della partita, come sempre, la squadra rossoblu si riunisce al cinema “Garden” per assistere ad un film prima di andare in ritiro.
Ed è proprio il cinema l’ultimo posto dove amici e compagni di squadra vedranno Donato vivo. Bergamini chiede al massaggiatore Beppe Maltese dove siano i bagni: Sergio Galeazzi, anche lui calciatore del Cosenza, vede due figure che aspettano Donato appena fuori dalla sala della proiezione. Poi, da quel momento, tutto resta avvolto nella nebbia più fitta.
Oggi quella nebbia pare diradarsi. Tra pochi giorni, difatti, la Procura di Castrovillari, che segue il caso sin dalla sua riapertura nel luglio di 2 anni fa, renderà noti probabilmente fatti, indagati ed accadimenti: e quello chiave potrebbe esser proprio quello segnalato stamane da ‘Tuttosport‘.
Le due misteriose sagome, all’epoca non riconosciute ed oggi presumibilmente prossime ad esser individuate dagli inquirenti, potrebbero tramutarsi negli assassini del povero Donato. Questa la ricostruzione del collega Palermo:
“Potrebbero, le due ombre, aver costretto bergamini a percorrere quella strada fino alla piazzola sulla statale 106 jonica dove sarà trovato cadavere?
Magari seguendolo con un’altra auto, e passando inosservati al posto di blocco”. Il riferimento è a ciò che accadde nel pomeriggio di quel maledetto sabato, poche ore prima del decesso di Denis, quando lui e la Internò vennero, pochi chilometri prima del ritrovamento del corpo, fermati dal brigadiere Barbuscio – oggi anch’egli deceduto – per un banale controllo. Il tutto collimerebbe peraltro con le scoperte successive operate dai RIS di Messina, che poco più d’un anno fa decretarono che Bergamini venne adagiato già cadavere sull’asfalto della Statale 106, e non uccisosi perché fattòsi investire volontariamente dal Tir di Raffaele Pisano, come indicato dalle testimonianze dell’epoca.
E poi:
“Si sa, dalle perizie, che Bergamini non muore perché schiacciato dal Tir, ma le ferite provocate dal mezzo potrebbero aver mascherato una precedente ferita (mortale) da arma bianca, […] che avrebbe reciso l’arteria iliaca destra.
Chi ha potuto visionare il cadavere di Denis parla di «un piccolo segno circolare alla tempia». La sorella di Bergamini, Donata, si spinge oltre: «Un segno della grandezza di una moneta da 2 centesimi». Il diametro di tale moneta è di 18,75 mm, ovvero vicinissimo a quello della canna di una pistola calibro 9; 9×19 per l’esattezza”.
Bergamini, insomma, potrebbe esser stato prima prelevato da due persone, in corso di individuazione, dal Cinema, poi “portato”, volente o nolente, sino a Roseto, e infine ucciso a colpi di coltello a poca distanza dal luogo in cui venne ritrovato il cadavere ed il Tir, ovvero, in prossimità di quella famigerata piazzola di sosta, dove “Il calciatore potrebbe eser stato immobilizzato da dietro da una delle due persone, che gli avrebbe tenuto una pistola premuta alla tempia, mentre l’altra colpiva con un’arma bianca le parti inferiori di Denis fino a recidere l’arteria iliaca.
Provocandone la morte per dissanguamento “in poche decine di secondi”, come sostenuto nell’autopsia dal Prof. Avato nel gennaio 1990. Uno scenario del genere darebbe un senso alle rivelazioni secondo cui il movente della morte di Denis riguarderebbe la sfera passionale. Ancora, le gocce di sangue sul predellino del Tir (lato autista) potrebbero far pensare che il camion sia servito anche per coprire la scena alla vistaq delle auto che passavano?”.
A giorni nuovi sviluppi in merito all’inchiesta, finalmente giunta – così parrebbe – , 24 anni dopo, ad un punto di svolta. Definitiva, e chiarificatrice: almeno così sperano tutti.
LEGGI LO SPECIALE DI FANTAGAZZETTA.COM
DEDICATO ALLA STORIA DI DENIS BERGAMINI
Alfredo De Vuono