Bergamini, archiviata l’inchiesta sulla misteriosa morte del calciatore
La decisione a 26 anni dalla morte del giocatore del Cosenza che fu trovato morto davanti a un camion il 18 novembre del 1989.La famiglia non ha mai smesso di lottare per avere giustizia. Erano indagati la ex fidanzata del calciatore e un camionistaBergamini, archiviata l’inchiesta
sulla misteriosa morte del calciatore
Un’altra brutta delusione per una famiglia che da 26 anni combatte per avere giustizia, un altro passo falso nella ricerca della verità su una morte misteriosa: quella di un ragazzo di 27 anni lasciato cadavere sotto la pioggia davanti alle ruote di un camion, una piovosa sera di novembre del 1989, lontano da casa sua. Il giudice per le indagini preliminari di Castrovillari, Annamaria Grimaldi, ha infatti deciso di archiviare l’inchiesta sulla morte di Donato Bergamini, chiamato da tutti Denis, il calciatore di Boccaleone di Argenta (Ferrara) che giocava nel Cosenza quando fu trovato morto in circostanze mai chiarite lungo la Statale Jonica 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico. E così – ancora una volta – possono tirare respiro di sollievo i due indagati: Isabella Internò, ex fidanzata di Denis che era con lui al momento della morte e che era accusata di concorso in omicidio, e Raffaele Pisano, il camionista che raccontò di avere investito il ragazzo. Per lui l’accusa era di favoreggiamento e false dichiarazioni. Secondo il giudice non ci sono le prove per mandarli a giudizio. Nonostante le tante incongruenze e bugie raccontate dai due; nonostante le troppe stranezze contenute nel rapporto dei carabinieri su quella notte; nonostante siano incredibilmente spariti documenti e vestiti che avrebbero potuto essere utili per le indagini. E, soprattutto, nonostante le condizioni del corpo di Denis siano risultate da subito incompatibili con la dinamica del suicidio raccontata per anni.
Le parole del giudice
Per l’ex fidanzata del calciatore e il camionista, la procura di Castrovillari aveva chiesto l’archiviazione quasi un anno fa, a tre anni dalla riapertura della nuova inchiesta. Ma la famiglia di Bergamini, assistita prima dall’avvocato Eugenio Gallerani e poi da Fabio Anselmo, si era opposta. Adesso le parole del giudice sono come una pugnalata: «Dall’attento esame del copioso materiale investigativo in atti e dalla disamina dei vari accertamenti eseguiti, è emersa, a parere del giudice, l’infondatezza della notizia di reato, da intendersi come assoluta mancanza di elementi di prova efficacemente rappresentativi della sussistenza del delitto». La sorella di Denis, però, non si arrende e il 21 dicembre è già fissato un incontro con il nuovo procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, che si è detto disponibile a riaprire l’inchiesta nel caso in cui arrivino elementi di novità.
La piazza intitolata a Bergamini
Ma mentre il percorso della giustizia è lentissimo e pieno di ostacoli, c’è una cosa che in questi 26 anni non ha perso forza: l’affetto dei tifosi del Cosenza. E della città: lo scorso 21 novembre a Bergamini è stata intitolata una piazza vicino allo stadio. Sotto un cielo grigio, la sorella Donata ha scoperto la targa su cui c’è il volto stilizzato di Denis e poche parole: «Donato “Denis” Bergamini – calciatore, amico, uomo integerrimo – il suo sorriso abita nel cuore dei cosentini che lo hanno adottato». Lo dimostrano anche i fiori e le sciarpe rossoblù che sventolano imperterrite annodate al guardrail sulla Statale Jonica 106 al chilometro 401. Da dove si deve ripartire, ancora una volta, per stabilire la verità sulla morte di Denis.