“Tanti, piccoli, Denis”.
Così, agli occhi di Donata Bergamini – e non solo – sono apparsi i 600 e più ragazzini protagonisti dell’ennesimo ricordo, stavolta in quel di Cosenza, di suo fratello Donato. Pulcini ed esordienti, al centro sportivo ‘Marca’, a dar spettacolo in campo: con la passione dei candidi di cuore, la dedizione di chi al calcio ancora crede con innata purezza, ed il sorriso di chi rincorre un pallone con antico ardore. Tutte peculiarità di Donato – per tutti, Denis – Bergamini, ucciso in una maledetta notte del novembre dell’ ’89 in quel di Roseto Capo Spulico, a poche decine di chilometri dal luogo del secondo memorial in suo onore.
A cavallo della cuspide del millennio, periodo di nascita di tutti i piccoli partecipanti al torneo, ancora in molti, forze dell’ordine e magistratura comprese, spacciavano per suicidio la morte del 27enne ragazzo di Boccaleone d’Argenta.
Che Denis fosse stato brutalmente assassinato, invece, solo in pochi lo credevano fermamente. La famiglia, un nucleo di persone ad essa assai prossime, ed una ristretta frangia di tifosi del Cosenza Calcio, all’epoca dei fatti straordinario protagonista d’un balzo dalla Serie C alla cadetta e successivamente vicino come non mai alla promozione in A.
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A quasi un quarto di secolo da quella morte, però, le nubi paiono essersi finalmente diradate, e la verità fa lentamente capolino dall’alba d’una nuova era per la giustizia, ma soprattutto per tutti coloro che negli anni hanno lottato strenuamente affinché essa sorgesse: il nuovo filone d’indagine della Procura di Castrovillari, a seguito dell’avviso di garanzia per concorso in omicidio volontrio fatto pervenire alla Sig.ra Isabella Internò, è di fatto tracciato; e le tante, opinabili, teorie diffùsesi nel corso dell’ultimo ventiquattrennio, prossime all’estinzione.
Sono stati migliaia i presenti al Memorial Denis Bergamini, conclusosi sabato scorso: il primo dopo le recenti rivelazioni della magistratura, ma certamente non l’ultimo, vista la sensibile affluenza e la concitata partecipazione. A sfilare per il centro sportivo, volendo con la propria presenza rendere omaggio all’evento, ma soprattutto a Donata Bergamini, ex ed attuali simboli del Cosenza come Gigi Marulla (miglior goleador di sempre del club silano), Vincenzo Cosa, Ciccio Marino (ex osservatore della Juventus e proprio oggi scelto come nuovo D.G. della società), Ugo Napolitano, Pietro Varriale, oltre che i rappresentanti locali di CONI e FIGC. Il Cosenza Calcio, nella persona del suo A.D. Quaglio, ha omaggiato Donata con una casacca celebrativa recante il nome ed il numero – lo storico ‘8’ – di suo fratello Denis: “E’ la prima società rossoblu con la quale ho un rapporto importante e diretto”, ha ammesso la sorella del calciatore.
Omaggi alla famiglia Bergamini – copyright Nunzio Garofalo
Il tutto mentre sugli adiacenti rettangoli verdi i “Tanti, piccoli Denis” si davano sportivamente battaglia (per la cronaca, sono risultati vincitori Marca e S.C. Corigliano per le categorie pulcini ’03 e ’02 e Real Cosenza per gli esordienti) in memoria di Denis, vedendosi alla fine premiati dalla stessa sorella del calciatore.
Piccoli campioni in campo – copyright Andrea Rosito
Una, lunga, settimana di calcio, ma soprattutto di ricordo. Quello portato dall’Associazione ‘Verità per Denis’, ovviamente coinvolta nell’organizzazione del memorial stesso e presente, per tutta la durata del torneo, con un suo gazebo. Sulle festanti t-shirts messe a disposizione dei convenuti da parte dell’associazione, il ridente volto di Denis: lo stesso, inebriante ed innocente sorriso col quale abbracciò l’emblematica frase “Mi piace vivere”, regalandole entrambe al giornalista che, poco prima prima del suo assassinio, gli chiedeva quali fossero il suo stato d’animo ed i suoi intenti futuri. Ma non solo. Insieme alle magliette è stato possibile acquistare anche l’ormai raro volume “Il calciatore suicidato” del 2001 (Kaos Edizioni), scritto da Carlo Petrini (1948-2012) – ex calciatore maledetto che si reinventò scrittore, micidiale investigatore e fustigatore per espiare le proprie colpe – che ripercorse e svelò, a distanza di anni, alcune delle tappe cruciali del mistero ancor’oggi insoluto.
Lo stand dell’associazione – photocredits: Fantagazzetta.com
Quel che è dato sapere, ad oggi, è anzitutto che l’inchiesta riaperta 2 anni fa dalla Procura a breve potrebbe esser chiusa con il coinvolgimento di altri indagati e la comunicazione di nuovi dettagli; ma anche che l’attività dell’Associazione, ovviamente, non si ferma qui, ed ovviamente prosegue durante l’estate. Non a caso, già stasera alle ore 21 presso il campo sportivo di Filo (Argenta), la campione uscente “Verità per Denis” scende in campo per il 2° trofeo Minghetti.
Infine la notizia – arrivata peraltro, anche se solo ufficiosamente, durante il memorial – dell’accettazione della commissione toponomastica del Comune di Cosenza della richiesta, avanzata da parte dell’Associazione, di far intitolare allo stesso Denis una delle strade cittadine.
Iniziativa, d’altra parte, già qualche mese addietro messa in opera in quel di Argenta, a Ferrara.
La bandiera raffigurante Denis e la strada a lui intitolata a Boccaleone – photocredits: Fantagazzetta.com / Nunzio Garofalo
Un giorno, dunque, tra qualche anno, in Via Donato Bergamini qualcuno dei tanti, piccoli Denis protagonisti di questo torneo potrà passeggiare amabilmente, magari accompagnato da un amico che ancora non ne conosce la storia. Sarà a quel punto che, il racconto quasi spontaneo, inizierà con un dito della mano destra che indica il nome di Bergamini, la memoria che riporterà a questi giorni, e la voce che narrerà d’un “Giovane, forte e biondo calciatore ferrarese del Cosenza che un giorno…”.
Il finale, adesso, però, tocca alla giustizia scriverlo. Noi aspettiamo fiduciosi: d’altro canto, dopo averlo fatto per così tanto tempo, l’unico effetto risulta esser quello del prolungamento dell’attesa. Tutti, qui, in Via Donato Bergamini.
Che se anche sulle cartine toponomastiche non è ancora riportata, in realtà è già affollata di gente. Affamatissima, di calcio e verità. Roba da splendidi gourmets.
Photocredits: Nunzio Garofalo / Andrea Rosito / Mannarino’s ph
Alfredo De Vuono