Sono passati ventisei anni da quando Donato “Denis” Bergamini, centrocampista del Cosenza, è morto in circostanze tuttora misteriose. Una storia tragica, di cui si attende ancora la scritta “Fine”, tra menzogne e trame oscure su cui, per troppo tempo, non si è deciso di far luce.
Proprio mentre – da nove mesi – il Gip della Procura di Castrovillari valuta se riaprire definitivamente il processo alla luce delle perizie dei Ris, che hanno dimostrato come la prima verità processuale (il suicidio) è qualcosa a cui è difficile credere, la città di Cosenza manifesta ancora una volta l’attaccamento a Bergamini, dedicandogli una piazza proprio di fronte quello stadio “San Vito – Gigi Marulla” dove ha giocato decine di partite e a un passo dalla Curva Sud, che porta già da anni il suo nome.
Sabato mattina circa cento tifosi del Cosenza si sono radunati, nonostante le gocce di pioggia, sul piazzale che adesso porta il nome dello sfortunato calciatore. I fumogeni, i striscioni e i cori hanno manifestato il loro sentimento per il beniamino: non lo hanno mai abbandonato e per questo la famiglia Bergamini, che da anni lotta alla ricerca di verità e giustizia, sono sempre stati loro grati.
A svelare la targa c’era anche Donata, sorella di Denis e portavoce della famiglia in questi lunghi anni dolorosi e difficili. Ai nostri microfoni, Donata Bergamini ha voluto prima di tutto ringraziare la città di Cosenza, i suoi abitanti e i suoi tifosi: “Io devo ringraziare tutti, sia chi era presente ai funerali ventisei anni fa, sia chi oggi era qui e supporta le nostre battaglie. Nel 1989 in tanti, per paura, non si schieravano in prima linea, ma dietro le quinte ci hanno aiutato e hanno. Questo è stato tramandato alle nuove generazioni ed oggi al nostro fianco ci sono tanti giovani che all’epoca non erano neanche nati, ma che si sono appassionati alla vicenda di Denis e vogliono che sia fatta luce. E poi i tifosi: non lo hanno mai dimenticato, hanno portato mio fratello sempre con loro, anche in trasferta e questo ha permesso che in tutta Italia risuonasse il suo nome e la sua storia ha raggiunto davvero tante persone”.
Il legame di Denis Bergamini con Cosenza era speciale. Donata conferma: “Questa piazza mi piace per la sua posizione (appena fuori lo stadio, ndr) perché coniuga la vita di tutti i giorni a quella sportiva. Denis amava non solo la squadra, ma tutta la città e aveva un legame così forte con tutti. Quasi sembrava che fosse nato qui a Cosenza”.
Sono ventisei anni che in tanti, ma soprattutto Denis e la sua famiglia, attendono verità e giustizia: “E sono nove mesi – sottolinea Donata Bergamini – che attendiamo una risposta dal Gip, che deve leggere tante carte, ma i tempi stanno diventando lunghi e l’agonia è sempre più dolorosa. Le perizie sono chiare, le relazioni dei Ris altrettanto, ma è una verità che si sa da sempre: Denis era già morto quando è stato schiacciato da quel camion”.
Edoardo Cozza Segui @EdoCozza
(Un grazie particolare a Nunzio Garofalo per le fotografie)