Chi ha ucciso Denis Bergamini? Parlare di cerchio che si stringe, dopo 24 anni, sarebbe offensivo per tutti, prima di tutto per il calciatore del Cosenza che il 18 novembre 1989, con una messainscena degna di un B-movie, fu appoggiato ormai cadavere sotto alle ruote di un camion Fiat rosso, una delle recite tanto più maldestra quanto spietata. Da ieri però c’è un nome, il primo che buca una cappa di omertà e silenzi che dura ormai da un quarto di secolo. Isabella Internò, ex fidanzata di Donato, è indagata dalla procura di Castrovillari per concorso in omicidio volontario. Dopo quasi due anni di indagini, riaperte il 29 giugno 2011 e costrette a pedalare in salita per l’enorme gap investigativo e giudiziario provocato da decenni di silenzi, omissioni e depistaggi, prende corpo uno scenario molto più sofisticato, volendo anche inquietante e sicuramente molto diverso da quello che nel %%92 ha portato la Corte di Appello di Catanzaro a confermare l’assoluzione dell’autista del camion, Raffaele Pisano. La procura non fece nemmeno ricorso contro la sentenza e il caso Bergamini fu archiviato come suicidio, anche per le deposizioni di Pisano la cui posizione e il cui ruolo in questa vicenda, dopo le ultime novità, potrebbero essere al vaglio del procuratore Giacomantonio. Di certo l’ipotesi di una falsa testimonianza, reato comunque prescritto, è molto concreta. Isabella Internò, che ha abortito nel 1987 a Londra al quinto mese di gravidanza, non ha avuto un rapporto molto semplice e tranquillo con Denis. Così, almeno, dipingono quella storia d’amore costellata da litigi e pacificazioni tra Denis, calciatore e idolo locale, e la giovane Isabella che al giudice Ottavio Abbate, all’epoca procuratore e attualmente presidente del tribunale di Campobasso, raccontò di aver chiuso la storia con Bergamini tre mesi prima della sua morte. E ha raccontato, tre le altre cose, di essere stata prelevata da Denis a casa, quel sabato pomeriggio di pioggia conclusosi con la tragica recita sulla Jonica, a Roseto Capo Spulico. Qualcuno, invece, ha visto Denis con due uomini fuori dal cinema Garden di Rende, dove il Cosenza di Gigi Simoni era in ritiro pre-partita. Potrebbero essere i due sicari che hanno infierito su Bergamini, accoltellandolo a morte e poi deponendolo dissanguato ed esanime sotto al camion? TESTE SENZA PAROLA Di certo l’unico testimone oculare che vide quelle persone, Sergio Galeazzi, compagno di squadra di Denis, non fu mai sentito dal procuratore Abbate. Il tipo di ferite mortali procurate a Bergamini, descritte nella perizia medico-legale del professor Francesco Maria Avato, lascia pensare ad un delitto d’onore: «Eviscerazione e disabitazione di tutti gli organi situati nel piccolo bacino». «Rinvenimento dei testicoli estrusi dallo scroto». «Pene parzialmente solidale con i tessuti legamentosi della radice». Oltre alla «lacerazione pressochè totale dell’iliaca comune destra», la vena che irrora le gambe. Bastava leggere questa perizia, hanno detto i medici legali Testi e Bolino, per smascherare la commedia e per capire che Denis è stato ucciso: per gelosia, sempre più verosimilmente, o vendicare l’onore ferito di qualcuno, o per rimediare ad uno sgarbo per una donna che per gli inquirenti pare proprio essere Isabella Internò. Ma se l’ex fidanzata, indagata e nei prossimi giorni interrogata dal procuratore, era solo una tessera del mosaico, chi sono le altre? Chi c’era nel gruppo di persone che ha ideato, realizzato e poi coperto il delitto Bergamini? Certo non trafficanti di droga o boss della n’drangheta, come ci ha raccontato per tutto questo tempo la macchina del fango e del depistaggio. Isabella Internò si è poi sposata con Luciano Conte, agente di pubblica sicurezza all’epoca dei fatti in servizio a Palermo che la stessa Internò in quei giorni descrisse come un amico di famiglia con cui aveva «conversazioni telefoniche». Secondo altri, però, era ben altro il rapporto che legava la ragazza al poliziotto di cui ha parlato anche il compianto Carlo Petrini nel libro Il calciatore suicidato , dedicato alla vicenda di Denis. Era davvero, come sostiene qualcuno, l’agente Conte, l’altro uomo che frequentava la Internò, durante i suoi tira e molla con Bergamini? E su questo capitolo, su queste voci che si rincorrono da sempre, il procuratore Giacomantonio ha indagato? Chissà se Denis sapesse dell’altro, cioè chissà se sapeva di rischiare la pelle per il triangolo tra lui, lei e l’altro che avrebbe innescato tutto. E l’aborto di Londra, nel 1987? Potrebbe essere stato il movente di questo delitto di gruppo che sembra aver un solo mandante e diversi esecutori e fiancheggiatori? Altri, poi, si interrogano su figure come Dino Internò, il cugino di Isabella al suo fianco ai funerali di Denis e poi sempre defilato. Non c’è delitto senza movente, e non c’è concorso almeno senza due persone: dalle carte del procuratore è evidente che deve uscire ancora parecchio. Magari anche il motivo per cui nel 1994, col suicidio archiviato, la questura di Cosenza aveva riaperto le indagini in modo autonomo, senza nemmeno l’investitura del magistrato, prima che il fascicolo finisse su un binario morto del tribunale di Castrovillari.
